Infermieri e medici dell’emergenza sanitaria

In virtù della riorganizzazione del sistema emergenza

paramedico dellemergenza sanitariaIl tema è delicato e nel suo complesso coinvolge medici, infermieri e Autisti Soccorritori del comparto emergenza. Di fatti se volgiamo lo sguardo verso altri paesi come Usa, Svizzera e Germania ci scontriamo con realtà diametralmente opposte a quella italiana. In Italia non esistono protocolli operativi unificati, non ci sono linee guida che coinvolgono tutto l’equipaggio, competenze e responsabilità non sono chiaramente delineate. Si assiste ad un caos operativo che oramai, dopo più di un ventennio di emergenza sanitaria territoriale, esige ordine.
Pensiamo per un un attimo ai medici. Esiste la figura del medico, ma non quello di medico dell’emergenza sanitaria, potenzialmente tutti i medici possono operare nel contesto emergenza e questa non è una lacuna di poco conto. Il medico dell’emergenza deve essere formato mentalmente e fisicamente per l’emergenza come avviene in altri paesi; esso deve propendere per decisioni rapide, snelle, con fisico pronto alle eventualità che l’emergenza nel suo dispiegamento fattivo richiede, i protocolli operativi e i corsi formativi, al di là di quelli puramente medici e clinici, per il resto vanno condivisi con gli altri attori del soccorso che per il momento in Italia sono infermieri e Autisti Soccorritori. Il discorso potrebbe andare avanti ancora, ma è opportuno dare solo il senso della cosa; anche perché i medici, sanno bene di cosa parliamo e il loro appoggio non può che essere positivo in merito all’iniziativa.

infermiere dellemergenza sanitariaScendendo la piramide del soccorso troviamo l’infermiere professionale che, come il medico, nonostante operi nell’emergenza, resta infermiere professionale, ma non è riconosciuto come infermiere professionale dell’emergenza sanitaria. Adesso oltre ad essere penalizzato ad un livello formativo, di fatti anch’esso non si avvale di protocolli operativi unificati di equipaggio e come le altre figure del soccorso non sa dove iniziano e finiscono in realtà le sue competenze. Il punto sul quale l’infermiere professionale dell’emergenza sanitaria è maggiormente penalizzato è proprio sul lato retributivo. Spesso egli percepisce stipendi di gran lunga inferiori a quelli dei suoi colleghi che lavorano in strutture nosocomiali. Ciò è semplicemente assurdo.
Un infermiere professionale di emergenza sanitaria territoriale, va da sé che non gode dei privilegi nosocomiali, opera sul territorio con mille difficoltà logistiche ed operative, affronta situazioni multiple e non routinarie come spesso capita per l’infermiere di corsia. Deve prendere decisioni rapide ed operare con una carica di stress dovuta alla situazione che l’emergenza crea, notevolmente superiore a quella dei suoi colleghi. Esso è L’INFERMIERE IN PRIMA LINEA BALUARDO DI SANITÀ PUBBLICA e, per non si sa ancora per quale assurdo motivo, viene trattato come l’ultimo anello della catena infermieristica, quasi a dover considerare la sua attività in emergenza come un ripiego, nella continua speranza di entrare a far parte di realtà diverse dove la sua professionalità venga adeguatamente riconosciuta e retribuita.

Noi auspichiamo per il servizio nazionale emergenziale tutto maggiore professionalità ed adeguato riconoscimento per i professionisti che vi prendono parte.

medico emergenza sanitariaNon semplicemente medici ma medici dell’emergenza sanitaria che è diverso. Lo Stato dovrà prevedere dei percorsi formativi univoci su tutto il territorio nazionale.
Non semplicemente infermieri ma infermieri dell’emergenza sanitaria, ed anche in questo caso dovranno esserci percorsi formativi che vanno al di là della semplice mansione di infermieri. Così facendo l’infermiere dell’emergenza sanitaria acquisirà il lustro e andrà finalmente a parificarsi con quello che gli infermieri di territorio giornalmente già fanno ma senza vedersi riconosciuti meriti e competenze. In ultimo la retribuzione dovrà essere REALMENTE CONGRUA E RISPECCHIARE LE COMPETENZE DEL PROFESSIONISTA. Va da sé che il cammino è lungo ma non impossibile. Noi Autisti Soccorritori, fautori della visione e pionieri di iniziativa, siamo stati forti del fatto che per lo Stato ancora non esistiamo, quindi richiediamo prima il riconoscimento della figura professionale e poi via via tutte le istanze riguardanti quelle dei professionisti sopraccitati.
In un quadro del genere italiano di emergenza covid-19 dove sempre più è la sanità a correre verso l’utenza e non l’utente a recarsi in ospedale, quello che chiediamo a gran voce non sembra essere per nulla un un’assurdità. I cittadini hanno il sacrosanto diritto di essere soccorsi nel migliore dei modi possibile. Noi professionisti del settore abbiamo l’obbligo di operare nel migliore dei modi.

elisoccorso in azione

Questo è quello che chiediamo alle istituzioni:

  • Equipaggi unificati nei protocolli operativi dove ognuno sappia in forza di legge nazionale quali sono le proprie competenze, dove hanno inizio e dove fine e dove si intersecano e sovrappongono con i collaboratori;
  • Formazioni statali adeguate per tutti;
  • Medici dell emergenza sanitaria;
  • Infermieri dell emergenza sanitaria;
  • Autisti Soccorritori dell emergenza sanitaria;
  • Retribuzioni congrue.

In parole povere garanzia e tutela per tutti., sia per i cittadini sia per gli attori del soccorso che al giorno d’oggi checché se ne dica sono in prima linea ed in prima linea devono essere considerati da tutti. Questo per il benessere della nazione tutta.

soccorritori in azione

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